Santa casa di Loreto

La Storia del Santuario inizia nel sec. XIII (10 dicembre 1294) con l'arrivo della casa abitata dalla famiglia della Vergine Maria a Nazaret.
foto loreto
Questa preziosa reliquia fu portata in Italia dopo la caduta del regno dei crociati in Terra Santa.

Gli studi recenti delle pietre e dei graffiti e di altri documenti, purificando la tradizione da elementi leggendari, confermano e attestano l'autenticità della Santa Casa.

Il santuario di Loreto è stato per secoli ed è ancora oggi uno dei luoghi di pellegrinaggio tra i più importanti del mondo cattolico.
E' stato visitato da circa 200 santi e beati, e da numerosi Papi.

Non è solo la fede a farci credere che la Santa Casa di Loreto sia quella in cui è avvenuta l'Annunciazione. Numerosi studi di quelle che sono considerate le "fonti mute" ci aiutano a leggere in chiave storica le origini della Santa Casa.
Si tratta di tre pareti che dovevano combaciare con una grotta. E infatti a Nazaret gli scavi hanno appurato che l'abitazione della Vergine, come le altre del luogo, era costituita da una Grotta scavata nella roccia, luogo di deposito e da una Casa in muratura antistante e leggermente sovrastante, luogo della vita quotidiana, oltre che da altre piccole strutture sussidiarie.
La grotta di Nazaret e la casa di Loreto sono due parti della stessa abitazione. Infatti gli studi hanno evidenziato come la Santa Casa non abbia fondamenta proprie, si poggia su una pubblica strada, è costruita in parte in pietra, materiale non usato nella zona lauretana per mancanza di cave lapidee e in parte aggiunta in mattoni, gli unici materiali disponibili in loco. La tecnica di costruzione non è tipicamente marchigiana, anzi le pietre inserite a spina di pesce rappresentano una tradizionale tecnica di una popolazione confinante con gli ebrei, i nabatei. Se la casa di Loreto viene idealmente ritraslata a Nazaret le anomalie edilizie scompaiono e si raccorda bene con la grotta nazaretana nelle varie sue parti.
La leggenda racconta che furono gli Angeli a portare la Santa Casa a Loreto. In verità si tratta solo di tradizione, eppure è sorto nei secoli un piccolo equivoco. Fu Giuseppe Lapponi, archiatra pontificio a scoprirne l'origine. Il 17 maggio 1900 confidava in segreto al vescovo di Digione mons. Landrieux di aver scoperto alcuni documenti negli archivi vaticani, secondo i quali, una nobile famiglia bizantina di nome Angeli, discendente dagli imperatori di Costantinopoli, nel secolo XIII, salvò i "materiali" della Casa della Madonna dalle devastazioni musulmane e li fece trasportare a Loreto per ricostruirvi l'attuale sacello.
La traslazione avvenne il 10 dicembre 1294, quando era Papa Celestino V, che incoronato pontefice a L'Aquila il 5 luglio 1294 per volontà di Carlo II D'Angiò e trasferitosi poi a Napoli, il 13 dicembre successivo rinunciò al ponteficato. Non mise mai piede a Roma. Lo sostituiva a Roma il vescovo di Recanati Salvo che era Vicarius Urbis (Vicario del Papa) e durante le assenze del pontefice esercitava un potere giuridico in spiritualibus (indulgenze, reliquie, ecc.). Perciò dovendo destinare a nome del Papa, le "sante pietre" pensò al territorio della sua diocesi e le fece approdare al suo porto, attivo già fin dal 1229 per concessione dell'imperatore Federico II.
Oggi un rivestimento marmoreo protegge la Santa Casa collocata all'interno della basilica di stile tardo-gotico iniziata nel 1469 e completata nel 1587 con la facciata in stile tardo-rinascimentale. Un esempio di chiesa-fortezza con veri e propri torrioni - di recente restaurati - per gestire alla meglio le incursioni nemiche.
Il santuario è retto dai cappuccini, una quarantina circa.